martedì 4 febbraio 2014

Il mago di cera


C’era una volta 
il mago di cera
che all'ombra da sempre 
viveva.

Da solo in casa
doveva stare, 
né amici né affetti
poteva trovare. 

Senza mai uscire,
nascosto dal sole,
passavan stagioni,
i giorni, le ore. 

Il mago di cera.
Dal lungo cappello
puntuto, la barba curata
e il cuore abbattuto.

Innamorato di un fiore,
di un bel ciclamino
lo osservava giocare,
coi petali al vento.

Dalla finestra guardava,
rinchiuso da dentro,
guardava e sbuffava,
appoggiato al camino.

Il mago di cera,
decise un bel dì
di andare dal fiore
uscendo da lì.

Almeno un minuto
di folle coraggio e
il giallo nemico
cantando schernì.

Le nuvole amiche,
coprendogli il capo
gli dettero modo,
di andare così.

Vengo da te, con molto
periglio, per
dirti che t’amo,
mi porti scompiglio.

O fiore selvaggio
che al vento tu
vivi, il sole e la luce
ringrazi e t’arridi.
  
Ora ritorno,
coperto di nubi
fra mille
alambicchi, pozioni, 
archibugi.

Tu resta sincero,
ingenuo e perfetto,
godi la vita,
che nulla è in difetto.

Io lì sarò, lontano e vicino
nascosto nell’ombra,

sbuffando al camino.



Ph: Dariusz Klimczak

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