C’era una volta
il mago di cera
il mago di cera
che all'ombra da sempre
viveva.
Da solo in casa
doveva stare,
né amici né affetti
poteva trovare.
Senza mai uscire,
nascosto dal sole,
passavan stagioni,
i giorni, le ore.
viveva.
Da solo in casa
doveva stare,
né amici né affetti
poteva trovare.
Senza mai uscire,
nascosto dal sole,
passavan stagioni,
i giorni, le ore.
Il
mago di cera.
Dal
lungo cappello
puntuto,
la barba curata
e
il cuore abbattuto.
Innamorato
di un fiore,
di
un bel ciclamino
lo
osservava giocare,
coi
petali al vento.
Dalla finestra guardava,
rinchiuso da dentro,
guardava e sbuffava,
appoggiato al camino.
rinchiuso da dentro,
guardava e sbuffava,
appoggiato al camino.
Il mago di cera,
decise un bel dì
di andare dal fiore
decise un bel dì
di andare dal fiore
uscendo da lì.
Almeno
un minuto
di
folle coraggio e
il
giallo nemico
cantando
schernì.
Le
nuvole amiche,
coprendogli
il capo
gli
dettero modo,
di
andare così.
Vengo
da te, con molto
periglio,
per
dirti
che t’amo,
mi
porti scompiglio.
O
fiore selvaggio
che
al vento tu
vivi,
il sole e la luce
ringrazi
e t’arridi.
Ora
ritorno,
coperto
di nubi
fra
mille
alambicchi, pozioni,
archibugi.
archibugi.
Tu
resta sincero,
ingenuo
e perfetto,
godi la vita,
che
nulla è in difetto.
Io lì sarò, lontano e vicino
nascosto
nell’ombra,
sbuffando al camino.
Ph: Dariusz Klimczak
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